COMUNICATO STAMPA

NO.WALL:S
New Openess. Wide
Accessible Local Life: Scenarios
Ospitalità,
benessere, sostenibilità energetica, spazio comune, co-gestione, accessibilità:
nuove opportunità di sviluppo locale ed integrazione. Un progetto di riciclo
per le aree e gli edifici pubblici dismessi nella corona urbana del XX secolo.
Linea
di finanziamento europea |UIA – Urban Innovative Action
Durata
prevista |3
anni (2016-2019)
Valore
del progetto | 4.999.800,00
€
Finanziamento
richiesto |4.000.000,00
€
Capofila
|
Comune di Casoria
Partner
| Università
degli Studi di Napoli Federico II, DiARC e Dipartimento di Ingegneria Industriale Azienda
Ospedaliera Universitaria (Policlinico)
Il progetto presentato
prevede la realizzazione di un “campus ecosostenibile
per l’integrazione sociale”, composto da aree a parco e greenway
ciclo-pedonali, edifici preesistenti attrezzati per attività di sostegno allo
sviluppo locale, di assistenza e educazione alla salute, in una parte del
territorio del comune di Casoria al margine del centro storico e lambisce la
corona urbana del XX secolo.
L’area target
si situa in prossimità dei parchi pubblici del programma Urbact III, alle attrezzature sportive sedi delle Universiadi del
2019 e coinvolge edifici ed aree di proprietà pubblica: l’ex-mattatoio
comunale; l’ex-sede distaccata del Tribunale di Napoli; edifici scolastici e
spazi di pertinenza; la Villa Comunale; un insieme cospicuo di spazi aperti
pubblici sottoutilizzati.
Azioni
Il progetto si propone due
obiettivi principali: la realizzazione di un “prodotto” e l’istituzione di una metodologia.
Il “prodotto” prevede la definizione
di un masterplan di riuso dell’area come insieme di spazi pubblici e collettivi
attraverso:
- il recupero dell’ex mattatoio (struttura ottocentesca di circa 1400 mq), per la realizzazione di un centro di sostegno alle PMI con un mercato dei prodotti locali legati alla filiera degli orti urbani in corso di realizzazione nel programma Urbact III e attrezzature a sostegno delle piccole e medio imprese, e uno spazio per attività ricreative (fiere, concerti, spettacoli);
- la ristrutturazione dell’ex-Tribunale (circa 440 mq per piano) per la realizzazione di housing sociale ed attrezzature collettive di tipo sanitario e formativo;
- la riqualificazione degli spazi pubblici aperti, attraverso l’eliminazione dei recinti e l’inserimento di nuove aree permeabili, alberate e specchi d’acqua;
- la realizzazione di connessioni ciclo-pedonali lungo il sedime dell’acquedotto che colleghino il centro cittadino lungo la direttrice della stazione ferroviaria Alta velocità del Comune di Afragola e promuovano strategie integrate di mobilità sostenibile.
L’intero processo, che opera
sulla conversione dell’ambiente costruito esistente, verrà sviluppato
utilizzando il modello innovativo Scan To BIM, con strategie di rilievo,
analisi e simulazione accurate, tecnologie efficienti e sostenibili a basso
impatto ambientale ed elevata efficienza energetica.
Il “prodotto” è ottenuto
attraverso una metodologia innovativa, in cui le fasi di progettazione,
realizzazione e gestione saranno inserite all’interno di un contesto pubblico.
Esso si caratterizzerà come “progetto
pilota” iterabile in altri quartieri analoghi in ambito metropolitano e
internazionale, ma anche utile per innovare le procedure di aggiudicazione
degli appalti pubblici in ambito nazionale (Obiettivo 11 Institutional
Capacity), attraverso la proposta di collaborazione con l’Autorità Nazionale
Anticorruzione “ANAC” nella fase d’implementazione del progetto, volta alla
semplificazione burocratica e alla trasparenza dei processi.
Sfide principali
Attraverso
queste azioni il progetto vuole fronteggiare una serie di impellenti obiettivi/sfide
che tra loro sono strettamente connesse, in una mutua sinergia tra interventi
fisici e di natura “sociale”, in continuità con più d’uno tra gli obiettivi
tematici del European Regional Development
Fund (ERDF) 2014-2020 (questa congruenza assicura la “scalabilità” del
progetto che potrà giovare di ulteriori finanziamenti ERDF nelle fasi
successive ai 36 mesi previsti).
La proposta è
infatti indirizzata alla integrazione
delle fasce deboli (Obiettivo 9 Social inclusion and Poverty), quali
anziani, migranti e rifugiati, nuovi poveri, attraverso la creazione di
opportunità lavorative (nei settori dell’agricoltura urbana, dei servizi, della
salute), la definizione di reti collaborative, la messa a sistema delle risorse
locali, nonché al miglioramento della qualità della vita nel centro cittadino, caratterizzato da problemi
di congestione del traffico, carenza di spazi pubblici ed aree verdi, bassa
qualità abitativa, attraverso l’implementazione di un programma integrato di
health ed ICT literacy che migliori l’adesione a stili di vita sani ed attivi
(negli spostamenti casa-lavoro/scuola con percorsi ciclo-pedonali invece che
con l’auto.
Parallelamente
le soluzioni proposte sono volte ad incrementare la
qualità ambientale mediante
- la creazione di spazi permeabili
- la riqualificazione di edifici con l’integrazione tra funzioni di tipo produttivo/residenziale e spazio pubblico
- il miglioramento del benessere abitativo, della qualità dell’aria e del relativo comfort, promuovendo l’efficienza energetica, le fonti energetiche rinnovabili e riducendo le emissioni climalteranti in atmosfera e gli sprechi.
Innovatività
della proposta
L’innovatività riguarda sia il
processo introdotto di progettazione partecipata, largamente inclusivo, che la
co-gestione delle opere tra Comune ed associazioni.
I programmi e le politiche in
atto a livello locale sono infatti ad oggi nettamente divise tra azioni sullo
spazio fisico ed azioni di tipo sociale e solo recentemente, nell’ambito del
Programma Urbact III “Sub>Urban Re-inventing the fringe” l’Amministrazione
sta sperimentando un approccio integrato.
Le politiche sociali sono di
tipo prevalentemente assistenziale e i programmi per l’edilizia pubblica degli
anni ‘70 ed ‘80, a differenza di altri contesti europei, hanno prodotto
quartieri con elevati livelli di segregazione sociale e diffusa criminalità e
un patrimonio edilizio insufficiente per le fasce deboli.
Il progetto NO.WALL:S intende
rivoluzionare l’approccio esistente attraverso una metodologia che, integrando
politiche di riqualificazione spaziale, assistenza sociale e diritto alla
salute, trasformi il dispositivo assistenziale in un
processo collaborativo a carattere
partecipativo.
Al fine di aumentare la
fiducia della popolazione saranno definiti usi pubblici temporanei sin dalle
prime fasi del programma ed incentivati festival, fiere, ed in generale eventi
pubblici divulgativi.
Tutti i materiali relativi
alla proposta di finanziamento sono disponibili nella sezione:
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