PROGRAMMA "URBAN INNOVATIVE ACTIONS": NO.WALL:S


   




NO.WALL:S
New Openess. Wide Accessible Local Life: Scenarios

Ospitalità, benessere, sostenibilità energetica, spazio comune, co-gestione, accessibilità: nuove opportunità di sviluppo locale ed integrazione. Un progetto di riciclo per le aree e gli edifici pubblici dismessi nella corona urbana del XX secolo.




La Commissione Europea ha lanciato l'iniziativa Urban Innovative Actions (UIA), volta a individuare ed a testare nuove soluzioni che affrontino i problemi relativi allo sviluppo urbano sostenibile e che siano rilevanti a livello europeo. Ai sensi dell'articolo 8 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), esso può sostenere azioni innovative nel campo dello sviluppo urbano sostenibile.
L'obiettivo principale dell'iniziativa UIA è quindi quello di offrire alle autorità urbane europee spazi e risorse per testare nuove e audaci idee per affrontare sfide interconnesse e verificare come tali idee rispondano alla complessità delle realtà sociali. I progetti da sostenere dovranno essere innovativi, di buona qualità, concepiti e realizzati con il coinvolgimento dei soggetti interessati, orientati ai risultati e trasferibili.
Il budget totale stanziato dal FESR per l'iniziativa UIA ammonta a 372 milioni di euro circa. La realizzazione del progetto deve durare al massimo 3 anni.


In continuità con il Programma URBACT III, il Comune di Casoria ha deciso di proporre la propria candidatura al Programma UIA, con un progetto dal titolo "NO.WALL:S", in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e l'Azienda Ospedaliera Universitaria della "Federico II" di Napoli.


Area di intervento



L'area oggetto di intervento è al margine del centro cittadino, nei pressi della Stazione ferroviaria, e coinvolge edifici ed aree di proprietà pubblica dismessi. E’ prossima ai parchi pubblici in corso di realizzazione del programma Urbact III e alle attrezzature sportive sedi delle Universiadi del 2019. Le strutture interessate sono l’ex-mattatoio comunale; l’ex-sede distaccata del Tribunale di Napoli; edifici scolastici e spazi di pertinenza; la Villa Comunale; un insieme cospicuo di spazi aperti pubblici sottoutilizzati. 


Vista dell'edificio dell' ex macello da via Pio XII
Edificio dell' ex tribunale

Area delle Universiadi | PalaCasoria e Piscina Comunale


Vista sull' acquedotto interrato e i recinti delle attrezzature

Vista di via Pio XII | I recinti delle attrezzature

Questa porzione di territorio, è stata oggetto, a partire dalla seconda metà del 900, di una estesa opera di manomissione che ha interessato oltre ai fabbricati anche la struttura insediativa, compromessa da densificazioni, sostituzioni edilizie ed aperture di nuovi tratti stradali. Il rapporto storico tra gli insediamenti compatti e la campagna arborata è inoltre sostanzialmente sparito essendo stato il nucleo, centro delle prime espansioni urbane, denso ed appoggiato sulle esili armature urbane preesistenti. 

Il centro storico è interessato da fenomeni socio-economici critici e concentrazione di povertà: è abitato dalle popolazioni con più basso reddito e minore istruzione oltre che da crescenti quote di migranti, provenienti in particolare dall' Africa e dall' Est Europa (link). Parte degli edifici sono stati abbandonati nel tempo e in parte successivamente subaffittati alle popolazioni immigrate. Nel centro storico si riscontrano  le condizioni di maggiore degrado abitativo, carenza di servizi e spazi pubblici. Data la vetustà della rete fognaria si evidenziano inoltre fenomeni di allagamento in caso di piogge e rischio crolli di edifici causati da infiltrazioni d'acqua. (Report fotografico centro storico) 





I tassi di disoccupazione raggiungono il 30%, la qualità ambientale è molto bassa, con elevate concentrazioni di polveri sottili e l’elevata impermeabilizzazione dei suoli produce isole di calore estive; gli edifici sono caratterizzati da scarso comfort abitativo, privi di spazi comuni dedicati ad attività quali studio, sport, long life learning; gli impianti sono energivori e inquinanti; l’involucro è inadeguato agli standard sull’ efficienza energetica; il centro ha i più elevati livelli di incidenza delle malattie croniche dismetaboliche che comportano aspettative di vita più basse; la quantità e la qualità degli spazi pubblici è critica e le attrezzature (ad esempio le scuole) sono isolate dallo spazio pubblico. Inoltre gli spazi pubblici sono vissuti dai residenti come “estranei” e non di rado vengono vandalizzati.





Spazi aperti pubblici | Inaccessibili

Spazi aperti pubblici | I recinti

Area delle Universiadi | I recinti

Acquedotto interrato | Spazio aperto inaccessibile
 
Spazi aperti pubblici | I recinti delle attrezzature
  






Il progetto prevede la definizione di un “campus ecosostenibile per l’integrazione sociale” composto da aree a parco e greenway ciclo-pedonali, edifici preesistenti attrezzati per ospitare attività di sostegno allo sviluppo locale, di assistenza e educazione alla salute. Il progetto è indirizzato alla integrazione delle fasce sociali deboli, quali anziani, migranti e rifugiati, nuovi poveri, attraverso la riduzione dei gaps culturali e la creazione di opportunità lavorative, la valorizzazione delle risorse locali. La proposta mira a migliorare la qualità della vita nel centro cittadino, caratterizzato da problemi di congestione del traffico, carenza di spazi pubblici ed aree verdi, bassa qualità abitativa. Le soluzioni proposte sono indirizzate alle sfide della transizione energetica mediante: fonti energetiche rinnovabili; efficientamento energetico; nuove aree permeabili; promozione degli spostamenti a piedi ed in bicicletta. La proposta è un “progetto pilota” iterabile in altri quartieri analoghi in ambito metropolitano e internazionale. L’innovatività riguarda sia il processo di progettazione partecipata, largamente inclusivo, che la co-gestione delle opere tra Comune ed associazioni. 




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